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LA GUERRA BIANCA IN ADAMELLO

Tra i settori operativi della Guerra Bianca, il settore Adamello-Presanella fu quello che ebbe il peso strategico maggiore, registrando azioni belliche e gli eventi più significativi; sono questi i motivi per cui si individua la Guerra Bianca in Adamello-Presanella come tema di particolare approfondimento.

 

La preparazione della guerra

Allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 il territorio italiano non corrispondeva a quello attuale: esso non comprendeva l'attuale Trentino-Alto Adige ed il confine tra Italia e Austria-Ungheria si svolgeva dallo Stelvio al Garda, correndo attraverso i massicci Ortles-Cevedale, Adamello-Presanella a quote in gran parte superiori ai 2000 m s.l.m., abbassandosi soltanto nelle impervie montagne dell'Alto Garda Bresciano.

Nel settore più settentrionale le testate delle due valli lombarde di confine, la Valtellina e la Valle Camonica terminano rispettivamente con il Passo dello Stelvio e il Passo del Tonale. Di qui le due importanti direttrici stradali dello Stelvio e del Tonale avrebbero potuto consentire lo sfondamento italiano verso il Tirolo e, in direzione opposta, il movimento dell'esercito austro-ungarico verso i centri nevralgici della Pianura Padana, in particolare Milano, Brescia e Bergamo. Di qui la rilevanza strategica, per entrambi i contendenti, di questo fronte.

Gli italiani costruirono due linee principali: il Fronte del Montozzo e lo Sbarramento del Tonale i cui compiti, stabiliti dal Comando italiano, dovevano essere quasi esclusivamente difensivi (proprio frontalmente vi erano infatti le linee austriache). Dietro di queste furono costruiti numerosi sbarramenti sulle dorsali per creare seconde e terze linee a rincalzo delle prime.

Al regno d'Italia mancavano però i forti: gli austriaci disponevano di ben cinque forti sul versante trentino (i forti Strino, Velon, Mero, Zaccarana e Presanella) contro un solo forte italiano (il Forte Corno d'Aola) sul versante camuno.

La tattica delle linee multiple causò però numerosi problemi dato che molte si rivelarono inefficienti o troppo deboli per resistere mentre altre furono svuotate da inutili attacchi contro quelle austriache.

 

Il 1915

Quando il regno d'Italia dichiarò guerra all'impero austro-ungarico il 24 maggio 1915 gli eserciti schierarono sui monti i rispettivi reparti: gli italiani misero in campo gli Alpini (le truppe speciali di montagna create dal generale Giuseppe Perrucchetti), mentre gli austriaci dovettero "accontentarsi" degli Standschuetze (truppe di civili arruolate in fretta ma composte dai tiratori e dai cacciatori più precisi e abili); nonostante le differenze di addestramento questi ultimi resistettero fino all'arrivo dei rinforzi austriaci impegnati in Galizia.

La prima azione di guerra fu compiuta dal battaglione "Morbegno": questi aveva il compito di attaccare la conca della Presenaper cogliere di sorpresa gli austriaci scacciandoli così dalle creste di Monticelli: quando, il 9 giugno 1915, fu effettuato l'attacco gli Alpini furono avvistati in anticipo e furono sottoposti al fuoco dei cecchini nemici che li costrinsero alla ritirata.

Gli austriaci compresero che il punto debole italiano era la scarsa attenzione mostrata verso i ghiacciai e cercarono di sfruttare questo a loro vantaggio. Il 5 luglio attaccarono e colsero di sorpresa il presidio italiano del lago di Campo (situato inval di Daone), costituito da un battaglione del 67º Reggimento fanteria della Brigata "Palermo"e da due compagnie di Alpini. Le truppe italiane, pur subendo gravi perdite, riuscirono a respingere l'attacco, costringendo gli avversari a ritirarsi sulle posizioni di partenza[2]. Il 15 luglio l'attacco si spostò al Rifugio Giuseppe Garibaldie i difensori italiani riuscirono, anche stavolta, a resistere.

Sul fronte della Conca del Montozzo gli italiani riuscirono invece a conquistare il torrione d'Albiolo; una conquista tuttavia modesta e priva di importanza strategica.

Il 25 agosto fu ripreso l'attacco contro le creste di Monticelli con un esito diverso dal primo attacco: gli alpini stavolta attaccarono di notte grazie ai propri scalatori e sorpresero gli austriaci; una volta occupata la cresta furono subito iniziati i lavori di fortificazione con la costruzione di baracche, camminamenti, tane e la posa delfilo spinato.

I generali ordinarono di continuare l'attacco verso il ghiacciaio Presena ma, sia il 14 settembre che il 30 ottobre, gli attacchi furono un fallimento; il regno d'Italia subì una sconfitta anche il 23 settembre, quando, sul fronte del Montozzo, gli austriaci ripresero il Torrione d'Albiolo.

Per tutto l'inverno, a causa anche del clima, le azioni militari si calmarono e non si registrarono combattimenti.

 

Il 1916

Le azioni di guerra furono riprese nella primavera del 1916. Il 12 aprile, il reparto di Alpini sciatori di stanza presso il rifugio Giuseppe Garibaldi attaccò e conquistò la linea austriaca che si snodava tra la Lobbia Alta e il Monte Fumo.

Un altro attacco venne lanciato tra il 29 e il 30 aprile, stavolta verso il Passo di Cavento; il successo fu solo parziale perché gli alpini riuscirono sì ad avanzare ma, a causa dei continui attacchi, subirono molte perdite e non conquistarono tutta la linea nemica. Per la prima volta in questa zona, in aiuto della fanteria, venne utilizzata l'artiglieria pesante.

Ad aggiungere ulteriori problemi agli Alpini c'era l'assoluta mancanza di divise mimetiche invernali che li obbligava a combattere sui ghiacciai in divisa grigio-verde.

La situazione venne sbloccata, agendo in maniera contraria agli ordini ricevuti, tra il 1 e il 4 maggio, grazie all'aggiramento delle linee austriache.

Il fronte dell'Adamello andò tuttavia in stallo dopo la Strafexpedition (la spedizione punitiva austriaca in Trentino) che obbligò i generali a sguarnire il fronte camunoper proteggere quello in cui era avvenuto lo sfondamento.

Per la prima volta gli Alpini, per trasportare le vettovaglie più leggere (alimenti, vino, grappa, ecc.), abbandonarono i fedeli muli per sostituirli con i cani, più veloci e meno bisognosi di cibo.

 

Il 1917

Sui fronti dell'Adamello e del Montozzo il 1917 fu un periodo relativamente calmo.

Le battaglie principali si svolgevano infatti in Veneto e in Friuli (dove scorreva l'Isonzo, che fu teatro di alcuni tra i più violenti combattimenti).

La principale operazione fu la conquista, ad opera italiana, del Corno di Cavento. L'azione, partita dal passo sottostante (conquistato nel 1916), avvenne il 15 giugno e fu un pieno successo degli alpini (stavolta non sorsero problemi di tattica e l'artiglieria pesante colpì i nemici con precisione prima dell'attacco).

Il giorno più triste per i civili che abitavano la zona fu però il 27 settembre quando gliaustriaci, per rappresaglia ai bombardamenti italiani, attaccarono con bombe incendiarie e proiettili di grosso calibro l'abitato di Ponte di Legno, distruggendolo completamente e costringendo alla fuga i suoi abitanti.

Sul fronte dell'Adamello, in ottobre, si riuscirono invece a fermare, senza subire gravi perdite, gli austriaci che avanzavano rinfrancati dalla vittoria di Caporetto.

Passato questo periodo gli alpini iniziarono a preparare i piani per la controffensiva.

 

Il 1918

Dopo alcune schermaglie avvenute nei primi mesi del 1918 il regno d'Italia riuscì ad ottenere una vittoria fondamentale per il successo italiano in questa zona: la conquista della Presena.

L'operazione, avvenuta tra il 25 e il 28 maggio, fu la più grande avvenuta in questo settore: vi parteciparono infatti sette battaglioni (Edolo, Monte Cavento, Monte Mandrone, Monte Granero, Monte Rosa, Pallanza, Tolmezzo e Val Brenta), il reparto d'assalto Fiamme Verdi, vari plotoni di Arditi e mitraglieri e circa 200 pezzi di artiglieria. L'attacco italiano portò non solo alla conquista della Presena, ma anche alla presa di altre vette vicine.

Il 13 giugno gli austriaci sferrarono un ultimo attacco per cercare di rompere le linee italiane; con la Lawine Expedition (che tradotto in italiano significa "offensiva valanga") vennero mandate all'attacco tutte le truppe residue. Gli italiani riuscirono a resistere per vari giorni ai costanti attacchi ma, il 19 luglio, sotto la seconda ondata d'attacco, persero il corno di Cavento in quella che sarà l'ultima vittoria austriaca.

Con l'attacco del 13 agosto gli alpini riuscirono, dopo tre anni, a riconquistare il Torrione d'Albiolo, perso agli inizi della guerra nel 1915.

Il 1º novembre vi fu l'attacco finale: gli austriaci non riuscirono, nonostante avessero tentato di combattere, a resistere all'attacco italiano, stavolta lanciato contro il passo del Tonale.

Interi reparti dell'Impero austro-ungarico si arresero e l'esercito italiano poté dilagare conquistando l'intera val di Sole e spianando la strada per Trento; la guerra in Adamello era finita.

 

(Liberamente tratto da sito Wikipedia)

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